In Radio Punto Zero parliamo di Storie – 2020

Fabio Ciaravolo designer fondatore dello studio STRUKTURA Architects & Designers invitato in Radio Punto Zero per parlare delle storie di persone e spazi: i preziosi ingredienti base che alimentano ogni nostro progetto nella sua unicità.

Abbiamo Parlato poco dell’io ed abbiamo concentrato l’attenzione sul Noi.
Il nostro “spazio mentale” nasce nel 2010 con l’obiettivo di essere una occasione per tutti quelli che hanno interesse a collaborare più che come professionisti formiche, come professionisti coltivatori.

Lo abbiamo fatto perchè mossi da un impulso comune, perchè riteniamo importante lavorare insieme come professionisti che hanno competenze multidisciplinari e specializzazioni trasversali per poter raccontare le storie dei progetti partendo soprattutto da chi li fa, rendendo protagonista il committente per il quale ogni nostro pensiero viene disegnato nel rispetto di un codice etico e di vita.
I nostri Committenti sono Persone desiderose ed entusiate, ma anche ansiose, timide e riservate. Persone innamorate, persone pigre, stanche, persone sincere, tenaci, essenziali, vanitose, disordinate, persone allegre, persone serie, persone autorevoli o leggere.

Abbiamo parlato di spazi sempre nuovi e sempre diversi, perchè come ogni individuo, anche la progettazione degli spazi da vivere per abitare o per lavorare deve essere trasformata andando oltre la semplice regola di “divesra distrubuzione degli spazi”, ecco, per noi devono essere spazi coerenti oltre che comfortevoli e armoniosi, naturalmente. Dovrebbero essere spazi autentici, ritagliati intorno alle persone che li vivranno. Spazi adatti, gradevoli e ragionati, l’obiettivo a volte “arduo” è raggiungere spazi benefici quelli in cui ci si sente davvero a proprio agio.
Uno spazio d’abitazione, un albergo, una azienda, un ufficio, un ambiente bagno, una sauna possono essere progettati da chiunque: possono risolvere un problema, assolvere ad una funzione, autocelebrare il progettista che in tal caso potrebbe cadere nella tentazione egoica della autoreferenzialità invece di risuonare e tradurre in luce le esigenze fondamentali del progetto e dei committenti e perdere l’occasione di restituire uno spazio che risuona, lasciando ai posteri un monumento personale.
Uno spazio fotograficamente seducente potrebbe risultare un simulacro quando è ragionato solo replicando canoni estetici, uno spazio bello “instagramabile”, potrebbe non essere attraente ma non sempre un buon posto in cui sentirsi bene e ricaricarsi.

Quando uno spazio d’abitazione, un luogho di lavoro, uno spazio di servizio è ragionato e sentito da tutti i partecipanti, perchè operatori appassionati, competenti e consapevoli, lo spazio ha molte più chance di produrre grandi benefici per chi lo abiterà e per chi lo visiterà ed anche per chi lo avrà realizzato. Quando realizziamo qualcosa questo restituisce l’energia con cui è stato realizzato per un principio fisico basilare “nulla si crea nulla si distrugge, tutto si trasforma”.

Lo spazio può essere trasformato in modo consapevole e positivo da chi ha capacità di guardare oltre i canoni ordinari per cercare qualcosa di unico e irripetibile. Questo processo è frutto di un buon lavoro di squadra in cui, ognuno: il Committente, i progettisti ed i realizzatori coinvolti sono parte fondamentale per realizzare l’unicità della qualità dell’abitare, del soggiornare, del lavorare.
Potrebbe sembra un pò “nàif”…
Noi pensiamo che lavorare con persone che hanno dentro di loro solo un fine materiale o che hanno più a cuore il tempo che scorre sull’orologio, potrebbe rivelarsi molto dannoso ai fini del progetto.

Quindi noi prima di scegliere un cliente o un consulente o un realizzatore cerchiamo di sentire se sta lavora col cuore oltre che con la testa.

“Chi affiderebbe la propria casa o uno spazio in cui deve trascorrere gran parte della sua vita a qualcuno che non ha un interesse autentico, mosso da buone intenzioni e prendersene cura con un approccio sensibile?”
La nostra missione è progettare spazi benefici per persone consapevoli, traducendo la storia delle persone che vivranno quegli spazi insieme con persone che amano il loro mestiere.
Preferiamo farlo mettendoci in risonanza con chi ci circonda, incluso “il genius loci” ovvero “lo spirito del luogo”.