Creativi ed appassionati gli studenti di Architettura

Fabio Ciaravolo vincitore, primo classificato Concorso ‘Pianeta fresco’, un premio rivolto ai giovani designer under 40 della Provincia di Napoli e realizzato dall’Api (Associazione Piccole e medie imprese) in collaborazione con la Camera di Commercio di Napoli, l’ADI Campania e la Facoltà di Architettura Luigi Vanvitelli

Creativi, appassionati, con qualche preoccupazione per il futuro professionale. Sono i tratti caratteristici degli studenti di Architettura. Ad Aversa, sede della Facoltà della Seconda Università, coloro che intraprendono questo percorso di studi (ricordiamo che occorre uscire indenni dalle forche caudine delle prove di ammissione, quelle per l’anno accademico 2007-2008 si sono svolte il 3 settembre), hanno l’opportunità di sperimentare Corsi unici in Campania poiché la Facoltà attiva accanto ad Architettura UE (di durata quinquennale) e Scienze dell’Architettura, anche Disegno Industriale e Disegno Industriale per la Moda.
L’entusiasmo che anima studenti e neo laureati lo si può cogliere –così come quel particolare appeal degli architetti- nelle parole di Fabio Ciaravolo, Rosa Ronca e Bruno Cimmino, vincitori di Pianeta fresco, un premio rivolto ai giovani designer under 40 della Provincia di Napoli e realizzato dall’Api (Associazione Piccole e medie imprese) – in collaborazione con la Camera di Commercio di Napoli, l’ADI Campania e la Facoltà di Architettura Luigi Vanvitelli-.
“Prima di scegliere la Facoltà, riflettete, cercate di capire i vostri interessi, fate esperienza, confrontatevi perché è proprio dal confronto che si apre la mente”. Questo il consiglio di Fabio Ciaravolo, ventisei anni, napoletano, studente al primo anno del Corso di Laurea Specialistica in Progetto e gestione dei prodotti e servizi per i distretti industriali. Fabio, concluso il liceo, ed incerto su come proseguire gli studi, ha trascorso un anno in giro per l’Europa (Londra, Francia, Germania). “E’ stato un periodo molto importante per me, sono cresciuto tanto”. Al ritorno a Napoli, la scelta: “mi sono iscritto alla Facoltà di Economia dell’Università Parthenope, ma mi sono reso conto che non era quello che cercavo. Ero insoddisfatto, principalmente perché ero orientato alle materie di tipo scientifico che avessero però un’applicazione pratica”. Ed è proprio quello che Fabio ha trovato in Disegno industriale: “un Corso di Laurea molto innovativo che soddisfa la mia attitudine alla progettazione legata ai materiali”. Com’è stato l’approccio? “Si studiano: Storia dell’arte contemporanea, Tecnologia della materia, Matematica della modellizzazione, Storia del Disegno industriale. Uno degli insegnamenti più interessanti è stato quello di Configurazione del prodotto, tenuto dal prof. Salvatore Cozzolino, il quale ha proposto un approccio pratico alla materia”. Una constatazione: “il mio sogno nel cassetto: trovare un buon lavoro a Napoli, ma nell’ambiente in cui vivo, non è ancora concepita la figura professionale del designer. Esiste l’architetto, l’ingegnere, ma spesso non si conosce il ruolo del designer…”. Il lavoro di tesi triennale ha consacrato Fabio vincitore, primo classificato, al premio ‘Pianeta fresco’. Si tratta di un progetto di arredo urbano ecosostenibile, nello specifico “una seduta ergonomica fatta di elastomero riciclabile, che va installata direttamente nel terreno, a diretto contatto con la natura. Vuole indicare, in un certo senso, una riappropriazione degli spazi verdi e dei luoghi pubblici. Il tutto nasce da un mio continuo percorso di osservazione: la seduta avrebbe il principale scopo sociale di interazione tra le persone…”.
Per la categoria fashion design, si è aggiudicata la vittoria Rosa Ronca, ventitreenne, di Torre del Greco, che ha ideato e realizzato una collezione di abbigliamento sportivo, usando tessuti a rilascio di fitocosmetici, più semplicemente micro capsule che, incorporate, nei tessuti, rilasciano creme e cosmetici vari. “Non mi aspettavo di essere premiata anche se ho effettivamente lavorato tanto a questo progetto”, riferisce Rosa che, per sedare la nostra curiosità, ci presenta uno degli articoli che ha realizzato. “Solo a titolo d’esempio, uno dei tredici capi è una maglietta sportiva con alcune fasce verticali che arrivano al punto vita e una sul seno. Le prime rilasciano guaranà e mirtillo utili alla circolazione, la seconda sprigiona aloe che funge da antinfiammatorio”. Una vita quella di Rosa segnata dalla passione per la moda, moda e stili che vanno al di là dell’abbigliamento, che si spostano sull’accessorio e sul design d’interni. E’ questa grande passione che la spinge a studiare prima presso un istituto tecnico per la moda e poi ad iscriversi al Corso di Laurea in Disegno industriale per la moda, a Marcianise. “Mi piace la moda, e, dopo il diploma, non volevo trasferirmi a Milano o in qualche altra città per frequentare un istituto specifico. Alla Sun, mi sono trovata molto bene e ho scoperto, conoscendo altri laureati, che fornisce una preparazione anche migliore di quella del Politecnico di Milano”. Tre anni di studio che si presentano molto impegnativi: la frequenza alle lezioni è obbligatoria, almeno una volta a settimana è previsto un seminario di approfondimento, workshop e svariati lavori in team. “Bisogna abituarsi ad un ritmo abbastanza veloce, le giornate sono tutte scandite dalle attività didattiche in aule e dai lavori in gruppo. Ci abituiamo presto a lavorare in gruppo, ci vengono assegnati progetti che possono essere presentazioni di collezioni di moda, lavori di multimedia design o design degli interni”. Ma basta la passione per intraprendere questo tipo di studi? “La passione è un elemento importantissimo, ma è necessaria anche una buona capacità di osservazione, uno spazio mentale elastico ed un continuo aggiornamento”. Rosa che attualmente lavora come stilista di una linea giovanile a Nola, ci dice: “gli sbocchi professionali dipendono dalle capacità e dagli interessi del singolo. Si spazia dalla moda alla grafica… Personalmente, sono molto contenta del lavoro che svolgo e della velocità con cui sono riuscita a trovarlo”. Unica difficoltà: per Disegno industriale per la Moda, la Facoltà non ha attivato alcuna Specialistica.
Il secondo classificato a ‘Pianeta fresco’ propone un’idea per i più golosi. Si chiama Beans, ed è un cioccolatino a forma di confetto, di cioccolato fondente, con dentro uno strato di panna e che racchiude caffè liquido. L’ha proposto Bruno Cimmino, architetto trentunenne di Grumo Nevano. “E’ una rivisitazione del noto cioccolatino prodotto dalla Ferrero, ragionando sul fatto che quest’ultimo è fragile (non si può mettere in tasca che si rompe) e contiene una grande quantità di caffeina”. Da queste osservazioni, nasce Beans che forse un giorno vedremo in circolazione visto che Bruno sta cercando di mandare in produzione il prodotto, ma, come ci fa notare, “ci sono due cicli da realizzare: uno per il caffè liquido, un altro per la panna. E non è facile…”. Ma come ad un architetto viene in mente un’idea del genere? “Sono da sempre appassionato al design – dice Bruno – ho proposto già svariati progetti, e questa volta mi sono cimentato nel settore del ‘food design’”. Bruno è laureato in Architettura presso la Facoltà aversana, della quale racconta: “mi sono trovato davvero bene, è una facoltà dove i numeri agevolano il rapporto con i docenti. I corsi non sono sovraffollati, si è più seguiti, e di conseguenza ci si laurea prima e si entra più presto nel mercato del lavoro”.
Maddalena Esposito